Ecovocality

Il pensiero ecologico per un'educazione vocale inclusiva


Una collaborazione tra Mirmica, la Fundacja Nurt di Varsavia e il Centro di Ricerca Interdisciplinare sulla Voce di Bologna, co-finanziata dall'Unione Europea nell'ambito del progetto Nurturing - Networks of care through embodied art. Il progetto si è svolto a Varsavia dal 23 al 27 febbraio 2025, riunendo educatori ed educatrici da diversi ambiti.

Il tema principale del progetto è l'esplorazione dell'intersezione tra pensiero ecologico ed educazione vocale, attraverso un approccio pratico che ha integrato esperienze in studio con attività all'aperto, creando un laboratorio di sperimentazione metodologica orientato all'inclusività e all'accessibilità.

Il laboratorio ha esplorato come un pensiero ecologico possa trasformare l'educazione vocale in una morfologia di pratiche più accessibile. Partendo dalla domanda "How can an ecological mindset inform inclusive education?", abbiamo utilizzato la voce come caso di studio per esaminare le interconnessioni tra corpo, ambiente e sistemi educativi.

Metodologia

La pratica si è articolata attorno alla creazione e facilitazione di un focus group, aperto sia a esperti che a non professionisti accomunati dall'interesse per la voce umana (intesa in senso ampio), la cultura del corpomente e gli studi sulla sostenibilità applicati al design dell'apprendimento. Attraverso una combinazione di dialogo semi-strutturato, pratica incarnata, elaborazione creativa e ricostruzione critica, il laboratorio ha creato uno spazio d'indagine collettiva sull'embodiment vocale.

Il workshop ha combinato esperienze in studio e pratiche all'aperto per esplorare come ecosomatics e voice studies possano informarsi reciprocamente nel creare dispositivi d'apprendimento inclusivi intorno alla voce, al suono, all'anatomia. Educatrici ed ducatori da diversi ambiti hanno collaborato nell'indagare le dimensioni somatiche della voce attraverso una lente ecologica.

Temi emersi

La ricerca ci ha ricordato che aggiungere il prefisso "eco-" alla vocalità è un passaggio non scontato e significa considerare la voce come parte di un sistema di relazioni. Questa prospettiva ha implicazioni pratiche: l'educazione diventa uno spazio libero dalle logiche della produttività, una scholé vocale, dove diverse modalità di vocalizzazione coesistono e si specificano reciprocamente.

Un risultato emerso dal percorso è stato il riconoscimento che la "transformabilità delle voci" - la capacità di ognuno di noi di riscoprire e reinventare la propria vita vocale – richiede ambienti educativi capaci di rispondere alle variabilità biopsicosociale. Le pratiche somatiche offrono strumenti concreti per rendere l'educazione vocale accessibile a corpi e menti diverse.

Il dialogo tra educazione somatica ed educazione vocale ha evidenziato l'importanza di creare ambienti d'apprendimento che riconoscano esplicitamente le diverse esigenze dei partecipanti, trasformando la prevedibilità strutturale in un elemento che facilita, anziché inquadrare, l'espressione vocale in tutte le sue forme.

La pratica ha permesso di testare metodologie che connettono la consapevolezza corporea individuale (il paesaggio interno) con l'esperienza dell'ambiente (il paesaggio esterno), immaginando modelli educativi che non separano la tecnica dal contesto relazionale in cui le voci si sviluppano.

Altri temi esplorati includono: la comunicazione come scambio dinamico che richiede vulnerabilità e coraggio, l'apprendimento come processo integrativo che opera sia a livello personale che collettivo, l'insegnamento come equilibrio tra struttura e spontaneità, e gli ambienti di apprendimento come regolatori del sistema nervoso. Questi temi invitano a un'esplorazione continua di come la consapevolezza ecologica possa informare pratiche educative più accessibili.